Essere Social Media User Pensando di Essere Manager

Il Web Una volta

C’era un tempo in cui il web era fatto di contenuti dentro delle pagine HTML colorate, rigide, obiettivamente poco belle.

Poi vennero i blog. Ne nascevano tanti come i funghi dopo la pioggia autunnale. Ce n’erano anche di molto interessanti. Erano (sono), un punto di vista su un argomento, un approfondimento “indipendente” e critico su aspetti anche molto tecnici.

Social Media UserEra un mondo informativo quasi equilibrato, dove le forze si opponevano in funzione delle competenze.

Se dicevi qualcosa di sospettosamente manovrato, compromesso o banalmente compiacente senza un reale motivo, rischiavi di essere “timbrato” digitalmente a vita da quelli che invece costruivano informazione per il bene di “conoscere”.

Il Web Poi 

Non passò molto tempo che i blog vennero considerati un modo “semplificato” di manipolare l’opinione comune sfruttando il momento di facili entusiasmi riguardo al sistema di comunicazione “libero” e personale.

Di lì a poco il web fu invaso da piattaforme multi autore. Profili personali interconnessi tra loro attraverso un sistema articolato di gestione.

Fu un’evoluzione logica del web, dove le persone potevano “apparentemente” diventare protagonisti di un web liquido, senza necessità di grandi competenze informatiche e tecniche.

Immaginate tanti punti interconnessi tra loro che generano altrettanti contenuti con un rapporto esponenziale di informazione destrutturata.

Venne quindi il momento di definire ruoli e metodi di pubblicazione, cercando di “studiare” le piattaforme come un criceto cerca di studiare il movimento della ruota in cui gira.

In quel periodo, generare contenuti “dentro” queste piattaforme con presunzione di competenza diede vita ad un ruolo di “gestore”, che si tradusse subito in “manager”. Da cui poi il ruolo “social media manager”. Colui che gestisce i contenuti di uno o più profili dentro la piattaforma.

Il Web Oggi

Dai profili personali si passò a pagine aziendali. Il modello di base non cambiò, solo il modello economico con cui le piattaforme vollero incrementare i propri guadagni, speculando sui “criceti” che giravano la ruota e che già producevano “utili” attraverso le informazioni (anche intime e personali) condivise senza nessun pudore.

Le piattaforme social, così definite, divennero contenitori di informazioni personali e “promozione” aziendale limitata dagli stessi confini definiti dalle persone connesse.

I gestori delle informazioni, definiti Social Media Manager, assunsero presto un ruolo sfumato e non più vincolato dalla semplice gestione di contenuti, ma si trasformarono in manutentori dell’informazione pensando di poter definire regole, tempi e condizioni.

La realtà, a bene vedere, fu la costruzione di una figura ambigua che si potrebbe rappresentare come uno “strillone di strada” che vende giornali pensando di essere un pubblicitario.

Costruire contenuti digitali attraverso piattaforme social significa voler controllare l’informazione studiando delle variabili non note, ma suggerite dal “contenitore” stesso. Un modo viziato di fare analisi e costruire informazione manipolata al fine ultimo di “dirottare” lettori verso definiti pattern.

Quanti realmente sanno analizzare, studiare e costruire dei pattern funzionali a degli obiettivi commerciali attraverso delle variabili indefinite rilasciate da chi deve “lucrare” a monte?

Presupponendo che non è possibile “gestire” un flusso di comunicazione dentro un “contenitore” viziato se non “pagando”.

Il sistema diventa complesso e serve avere delle competenze trasversali di analisi sociale, psicologia e grande capacità di intuizione.

Il Web Domani

Allora la domanda naturale da porsi è:

Se non si è “liberi” di gestire  un flusso di comunicazione, ma vincolati a delle condizioni mutevoli e favorevoli principalmente al “gestore” di tutta la “baracca social”, perché definirsi “manager”?

Ha più senso chiamarsi Social Media User.

Ristabilendo così i ruoli tra chi “gestisce” davvero l’informazione e chi invece la “usa” per conto di terze parti.

Il Social Media Manager è una figura fittizia generata per dare valore ad un contesto sociale online che non ha alcun valore commerciale per le parti che la compongono, se non quello di generare utili e tracciare comportamenti umani da parte dei “gestori” delle piattaforme stessi.

 

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