50 sfumature di #Storytelling

Storytelling 2015: tutti Storyteller, tutti Digital Storytelling Marketing Experts

storytelling marketing

Digital Storytelling Marketing - corsi storytelling

Corsi Storytelling

Lo storytelling è la moda del momento:

Non c’è spot, promozione, azienda che non ne faccia larghissimo uso per raccontarsi e far conoscere i suoi prodotti.

In realtà sospettavo che non fosse proprio una novità, ho fatto qualche ricerca ed è bastato un istante per avere la prova, quasi  50000 risultati, già esisteva e in Italia si chiamava “narrazione”.

Lo storytelling per chi ancora non lo sapesse è l’arte di raccontare storie dando la sensazione di immergervisi, va da sé che la pubblicità attinge largamente a questa tecnica, non sempre in modo intelligente.

L’inglesismo massivo fa figo, la lingua del marketing trasforma tutto in un concetto nuovo.

Il web (in tutte le sue manifestazioni) da qualche anno è in preda alla fregola da storytelling compulsivo, nel tentativo di adattare ogni tecnica di vendita esistente alle proprie dinamiche.

Ah, ovviamente fioccano i corsi.

Tendiamo però a dimenticare che non sempre le storie raccontate sono vere, far coincidere l’uso sapiente di una tecnica con la verità è ingenuo, le vicende narrate sono scritte per provocare emozioni e far crescere il fatturato.

Lo storytelling, come scrive Wittgenstein, non è innocente, genera una percezione e il suo autore ne è responsabile.

La storia è lo strumento per suggerire un’esperienza.W.

Stiamo parlando di un vero e proprio vaso di Pandora che se scoperchiato, racchiude tutto e il contrario di tutto: un’impalcatura di punti di vista personali, livelli di narrazione, toni di voce e molta altre pratiche di scrittura che non sto nemmeno a elencare ché sarebbe noioso.

Ci piace così tanto raccontare e ascoltare storie che le buttiamo in qualunque ambito saturando il mercato e finendo per banalizzare i contenuti.
Nessuno vi ha mai detto: “Non raccontare storie!”

Cosa intendeva secondo voi?

Digital Storytelling, Storytelling Marketing e poi?

Digital Storytelling Marketing

L’antica arte del narrare si trasferisce nel marketing e raccontare, anzi “raccontarsi”, diventa il modo migliore per stimolare “l’esperienza d’acquisto”.

Come è stato spremuto lo storytelling finora?

Userò un bell’elenco numerico per dirvelo, in modo che gli utenti del web non si sentano spaesati leggendo:

  1. Come SCUSA per raccontare qualunque cosa di sé, in qualunque modo, in qualunque momento, scrivendo e fotografando tutto il possibile, di sicuro tutto quello che ci passa per la testa.
    Il Nanni  Moretti che si chiedeva: “mi si nota di più se vengo alla festa o se resto a casa?” in Ecce Bombo, è incredibilmente superato dalla spinta odierna alla condivisione a ogni costo dei pensieri profondissimi che ci urtano il cervello.
    Questa tendenza è stata sfruttata poi anche dalla branca Personal Branding.
  2. Come SOLUZIONE UNIVERSALE per aumentare i ricavi. Il marketing emozionale/esperienziale impera e noi scegliamo modelli di reggiseno in base alla professione di chi lo indossa e compriamo pannolini adeguati alla speranza di rendere i nostri figli calciatori o ballerine. Eh sì con le donne e soprattutto con le mamme, funziona alla grande!
    Ma davvero c’è sempre bisogno di raccontare un brand attraverso la storia di famiglia dei proprietari e la passione che li muove? Forse no.
    Una storia copiata pari pari da qualcosa di visto non è la soluzione: il settore metalmeccanico non è come quello dell’alimentazione, vendere pane non è come vendere un tubo idraulico.
    L’unica soluzione è un’analisi seria del mercato e del prodotto, non il primo storyteller che passa.
  3. Come metodo per attrarre i CLICK (il famoso click baiting).
    I titoli ridondanti e impressionanti sono un modo veloce per attirare l’attenzione e magari raggranellare qualche social condivisione, ma poi quando il lettore si accorge del misfatto, non solo smetterà anche di leggere, ma incomincerà a contestare.
    Il giornalismo odierno a volte tende a trasformare le notizie  in racconti o tendenze generali ed è sempre più arduo trovare tracce di cronaca. Rilevo tentativi di aumentare l’interesse del pubblico anche attraverso il racconto morboso di dettagli inutili, rubando immagini e suggestioni dai social senza verificare la verosimiglianza, soprattutto nella cronaca nera.
    Quante volte sono circolate foto di presunti assassini e terroristi rubati dal profilo Facebook di un omonimo, non verificate, al solo scopo di aumentare l’impatto emotivo della tragedia in corso?
  4. Come ILLUSIONE POLITICA. La politica dello storytelling è una scelta tecnica dell’ultimo governo: ci si racconta cosa sarà messo in atto e cosa succederà con estrema sicurezza, ma poi, a colpi di emendamenti, non si mette in pratica quasi nulla. La politica ha scoperto di avere un pubblico da intrattenere oltre ai soliti sostenitori di partito e che per acquistare consensi deve letteralmente raccontarcela. Il nostro premier è maestro in questo e parecchi votanti li convince così.
    Ci piace tanto sentire il racconto di quello che potrebbe succedere se si facesse che non vediamo che intanto un paese intero cola a picco.
  5. Come STRUMENTO creatore di VALORE. L’emozione vende! Che grande scoperta! L’onda emotiva ciclicamente viene riscoperta, solo che ormai siamo talmente sommersi di storie così emozionali che poi più nulla ci sembra emozionante.
    Come copy mi intristisce questa idea, d’altronde è così, il mercato sfrutta fino alla saturazione completa non sa fermarsi, il risultato è che anche alla gallina dalle uova d’oro, prima o poi andrà tirato il collo.

P.s. Il titolo dell’articolo si riferisce alla pratica dello storytelling, che come nel caso di alcune pratiche diciamo private, può provocare piacere, ma può anche essere considerato un abuso.

Grazie mille al prezioso Sergio Trenna per la pazienza e le immagini personalizzate.

 

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