Gruppi Facebook: i #SMM in lobby chiuse

Esistono più modi di creare “network”, uno è dato da uno pseudo Personal Branding dal proprio profilo, poi esistono i gruppi tematici pubblici ed infine, i gruppi professionali chiusi.

Ma non si capisce perché… i professionisti hanno paura di avere gruppi professionali “aperti”. Dovrebbero essere “promotori” e “innovatori”, divulgatori ed esperti di comunicazione e semiotica generale, invece si chiudono in lobby virtuali. Più senso hanno i gruppi segreti, persone che per un “progetto” utilizzano il social come fosse una redazione.

Fare parte di community chiuse e senza potere avere confronto con gli utilizzatori finali, che senso fa? A misurare chi lo ha più lungo? Per le donne è uguale, non siete esenti da misurazioni simili in questo settore.

Moderatori SMM

Moderatore gruppo Facebook in SMM

Le contraddizioni sono moltissime, spesso “tanto al chilo” perché… chi seleziona le persone richiedenti in ingresso in un gruppo chiuso? Il moderatore o il creatore del gruppo? E allora… che competenze ha chi lancia un gruppo del genere? Chi lo modera?

Poi esistono casi di sfruttamento del network per la realizzazione di associazioni di settore, cose che veramente hanno lasciato sgomenti tanti, ma come… mi iscrivo a un gruppo di SMM e poi si trasforma in una associazione di settore senza fine di lucro?

Allora non solo si fa networking, ma si sfruttano i miei contenuti per dare valore a quanti non lo hanno!!

E certo.. la storia dice che il realizzatore/proprietario/promotore, è la persona che è diventata “popolare” in quel network, ma ha reali competenze in fatto di digitale?

Senza per questo mettere nessuno a giudizio, quello che pare evidente è il fatto che l’immissione in questi gruppi avviene in maniera disorganizzata e random; più siamo… più abbiamo credito; sicuri?

Gruppi di professionisti SMM

Gruppi Facebook di professionisti Social Media Management

Allora, a cosa serve un gruppo “chiuso” di professionisti? Per elevare alcuni a competenze che spesso non hanno? Che spesso “millantano” e che sempre più frequentemente, più che moderare per competenza, si dimostrano essere dei “capiscioni” come fossero dei “tronisti” alla Maria De Filippi?

Semplici ed inutili rappresentanti del nulla con un valore prossimo allo zero assoluto!

Analizziamo allora i contenuti? Se un gruppo è fatto di veri professionisti, per smentire le osservazioni fin qui fatte, le discussioni dovrebbero essere interessanti e utili al gruppo come al singolo, un punto di riferimento per giovani che stanno imparando ad operare nel settore; nulla di più errato.

Le discussioni sono sterili, continue e ridondanti “richieste di aiuto” su come si fa questo, come si fa quello, problemi di connettività alla piattaforma social di Facebook, inutili e ridondanti “analisi di mercato” fatte con dei sondaggi davvero al limite del puerile.

Poi ci sono alcuni aspetti che vanno considerati, quelli dei membri “sempre presenti”, come i moderatori. Galletti sulla spazzatura che non fanno altro che “esaltare” la qualità e i contenuti oltre il sottolineare in maniera ripetitiva, quanto sono bravi a far crescere il piccolo network lobbistico, con nuovi utenti; “aria nuova”.

Ma l’aria fritta in precedenza? Quella valutata dal sedicente moderatore/proprietario del gruppo del quale con si conoscono le competenze, che valore ha? Avete mai provato a fare una ricerca in un gruppo Facebook? Quante volte vi capita di leggere nuovi commenti a post vecchi o vecchissimi? Siamo abituati alla Time Line di Facebook, il vecchio non esiste e che valore temporale può avere? Siete professionisti vero?

Date voi una risposta logica…

Provate a scaricare i contenuti di un gruppo… magari, per riproporlo in futuro, non è possibile farlo, la trappola di Facebook (n.d.s.).

Peccato però che “i veri professionisti”, quelli che fanno ricerca, che conoscono la differenza tra un sito web come Facebook e un contesto sociale come potrebbe essere un blog, siano praticamente assenti. Non li si legge mai e quando li si legge, sembra sempre quasi sia per fare dispetto ai moderatori che a modi di “saccenti capiscioni ferraresi che sanno tutto loro”, sono uno spasso per quanto inadeguatezza e inutilità in un gruppo professionale e chiuso.

Un porcile, con a capo il maiale più anziano o il più popolare, i giovani… quasi tutti, considerati come “verginelle” che fingono di sapere.

porcilaio

Chi sono i moderatori dei gruppi professionali di SMM?

A cosa servono i gruppi chiusi di Facebook? A nulla. Portano lavoro? No.

Confermano che il tempo perso serve solo a rafforzare competenze di alcuni. Essere popolare non certifica altro che il social network come Facebook, non fa selezione, ma amplifica strategie atte a crare fantasmi di inutili competenze: i #SMM.

Chi sono i veri Social Media Manager? Di certo… non lo sono quelli che si elevano a docenti o esperti popolari di un social network, ancora meno chi frequenta i loro corsi, non lo sono i gestori di questi fantasmagorici porcili del nulla che sono i gruppi professionali del social media marketing italiano.

Sono dei Social Media Manager, quelle figure che riescono a gestire gruppi e pagine amplificando i valori di latenza e di pertinenza di un gruppo tematico, di una pagina brand, finalizzando il loro sapere non nella chiacchiera a mezzo gruppo o sulle loro bacheche, ma dando valore “nel tempo” a quelle che possono essere delle conversioni che possono nascere dall’informazione latente su un interesse d’argomento.

E’ ovvio che i gruppi non hanno filtri come per i profili, non come le pagine brand, ed ecco che lo spam, la popolarità di alcuni in migliaia di gruppi, fanno in modo che la gestione di questi ultimi con commenti, presenza e altro, ne esalta l’illusione d’importanza e popolarità,  ma è la distorta risultante di una caotica e ridondante azione di semplici trolls – spammers.

Per concludere, i SMM popolari stanno alla logica come i moderatori dei gruppi di facebook stanno alla professionalità. Dipende da te, da che parte vuoi stare? Incomincia ad uscire dai gruppi,  fai ricerca e proponi originalità sia nel profilo che in una tua pagina di settore e non avrai bisogno di questi inutili e fuorvianti strumenti per essere “come loro”: inutili.

 

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